Le aziende italiane sono sempre più interessate alle attività di team building. Anche la piccola e media impresa si è lanciata alla scoperta delle potenzialità di un evento aziendale di successo che preveda aggregazione e comunicazione interpersonale. Il panorama dell’offerta italiana di team building è vastissimo. Società di animazione si sono riconvertite per l’occasione e società di formazione hanno aperto un loro settore specializzato. Riteniamo che in questa fase il mercato stia vivendo una classica tendenza nelle vicende italiane: la clonazione di idee e di strumenti per entrare in un segmento di mercato specialistico. Per il team builder professionista nascono difficoltà oggettive.

Il punto è come comunicare il concetto di qualità, intesa come parametro che può creare valore. Come società che si occupa di team building, ci sentiamo di ribadire il concetto che si tratta comunque di formazione e non di animazione. Anche nel programma più ludico esistono elementi di riflessione che vanno ad aderire  agli obiettivi concordati con il management del committente dell’evento e che tendono ad influenzare lo staff di un’azienda.

Esiste un pre ed un post evento con l’intento di estrapolare dalle attività concordate il massimo del valore per l’azienda che ha investito tempo e denaro nel progetto. Inoltre se vogliamo farne una lettura etica, il prezzo delle attività non è ragionevolmente un buon parametro di scelta. Assistiamo a due distorsioni del mercato: prezzi assolutamente fuori mercato e al ribasso, per prendere il cliente e vivere forse un paio d’anni con il sogno di fare queste belle cose; allo stesso modo anche prezzi altissimi ed eticamente ingiustificabili con il presupposto che esista un Know—How esclusivo. Alle aziende consigliamo di esaminare curricula ed esperienze pregresse. Leonardo Frontani