leadership


Non solo managers, ma anche formatori, politici, giornalisti e personale scientifico, dovrebbero sentirsi naturalmente portati ad un training specifico per imparare a parlare “al” pubblico. Troppo spesso le persone che sono chiamate a comunicare, lo fanno convinte che sia qualcosa che viene naturalmente come camminare. Purtroppo l’efficacia nella ricerca del consenso dipende dall’esercizio del public speaking come arte e come scienza. (altro…)

Un’occasione per imparare a creare nuove realtà imprenditoriali inmaniera autonoma, singolarmente o in forma associata, attraverso l’uso consapevole di tutte le opportunità offerte dal mercato. “L’imprenditoria cammina con i tacchi” è lo slogan che accompagna e presenta il nuovo progetto del POR Puglia 2000/2006 (Complemento di Programmazione – Asse III – Risorse Umane – Misura 3.14), un ottimo esempio di sinergia tra Enti, associazioni e Istituzioni al fine di sviluppare e promuovere l’ingresso delle donne nel mondo dell’impresa. (altro…)

Sempre più spesso l’attività aziendale di recruiting si svolge attraverso il cosiddetto Assessment center. Nasce con l’Assessment program of the office of strategic service, durante la seconda guerra mondiale, per il reclutamento e l’orientamento degli agenti segreti. Si tratta di un metodo di valutazione del potenziale, attraverso alcuni test cosiddetti situazionali. Ai partecipanti si chiede di eseguire un compito in una situazione di simulazione; osservatori esterni hanno il compito di misurare gli aspetti emotivi del comportamento. (altro…)

Una svolta per lo sviluppo delle imprese è data dalla capacità di utilizzo delle nuove tecnologie e dai nuovi strumenti della comunicazione. La ripresa economica del nostro Paese è nelle mani delle nostre imprese. Di piccola e medie dimensioni: sarebbe proprio il caso di aggiungere, visto che di grandi dimensioni ne abbiamo piuttosto poche e tutt’altro che prive di inquietanti problemi. I nostri imprenditori (quelli che hanno fondato le loro attività e le hanno portate avanti con entusiasmo, con sagacia, rischiando del proprio anche non soltanto in termini economici) oggi devono fare fronte ad una realtà quanto mai diversa da quella di qualche tempo fa. Devono competere con la concorrenza di paesi emergenti, devono cercare di conquistare altri mercati, devono aggiornare la struttura aziendale sotto gli aspetti tecnologici. Ma devono anche rivedere la loro visione manageriale sotto diversi aspetti: la strategia finanziaria, la dinamica commerciale, la filosofia di comunicazione. Pare proprio che i tempi dell’autofinanziamento appartengano ad un passato ormai remoto. (altro…)

Particolare attenzione oggi è sulla scuola e sui giovani. È troppo facile considerare l’adolescenza una “malattia” così da non accorgersi che esistono evidentemente alcune carenze nella formazione dei ragazzi. Sono certo dell’impegno della scuola con presidi e insegnanti per formare i propri studenti, ce la mettono tutta come è stato fatto con me a suo tempo. Sono sicuro che il risultato sia buono. Confrontandomi però spesso con i giovani che entrano nel mondo del lavoro, mi rendo conto che a loro manca, come è mancato a me, il senso della leadership e del teamwork. (altro…)

Gli studi sulla leadership si sviluppano all’interno delle teorie e dei modelli che per quasi un secolo hanno avuto come soggetto i responsabili ai vertici delle aziende. La leadership è un aspetto dell’attività di direzione che riguarda l’ottenimento di risultati attraverso l’azione di altre persone, al fine di attuare nuovi paradigmi e “rivoluzioni” aziendali. (altro…)

Mentre in Francia si prepara una battaglia epocale per l’Eliseo tra due forti contendenti e negli Stati Uniti si riscaldano nello spogliatoio delle primarie i campioni del partito Democratico, in Italia assistiamo ad un variopinto florilegio di esternazioni spesso legate all’eccessiva reattività dei nostri rappresentanti. Non siamo qui per discutere i contenuti, ma per evidenziare la scarsa conoscenza delle leve della comunicazione da parte della nostra classe dirigente che alterna calcolo politico a “stimolazione  emotiva”. Non abbiamo bisogno di grandi teorici della comunicazione politica per comprendere che tra presunti partiti-prodotto e partiti di rivendicazione sociale, esistono alcune interessanti sfumature che spesso sono leader di mercato. Infatti il consenso, indispensabile per ottenere il voto e quindi il sostegno ad una politica riformista, si ottiene con strumenti in grado di sedurre senza spaventare. È il medesimo percorso che affrontano gli uomini d’azienda quando tentano di soddisfare bisogni più o meno reconditi nei consumatori. Non vuole questa essere una visione materialistica della Res Publica, ma un suggerimento per coloro che a diverso titolo fanno parte della vita politica. Focalizziamo solo qualche argomento utile alla ricerca del consenso: (altro…)

La malattia del leader? L’attacco di panico. Le responsabilità, la necessità di tenere tutto sotto controllo, l’essere costantemente sotto osservazione: tutto questo porta manager, professionisti e imprenditori a essere i soggetti più colpiti dagli attacchi di panico. Più di casalinghe, impiegati e operai. In un caso su tre infatti la crisi arriva in ufficio, causando vergogna, insicurezza e incapacità di prendere anche le più semplici decisioni. (altro…)

La società leader ha un processo formalizzato di innovazione al quale devono contribuire tutte le figure aziendali compresi i clienti. Impiega metodi formali di gestione dei tempi, dei costi e dei rischi dei progetti e organizza momenti di incontro per la generazione delle idee. Sono questi i primi punti del profilo tracciato dall’università Bocconi sulle caratteristiche delle aziende che più si differenziano per la generazione di nuove idee di processo o di prodotto. (altro…)

In mancanza di prove scientifiche rilevanti possiamo dire che il percorso culturale che ciascuno di noi affronta nella vita contribuisce a sviluppare più o meno la creatività, mentre la genialità non sembra ancora identificabile dal punto di vista genetico. Certo, dove in una famiglia c’è un artista, spesso ne appare un altro. Ma attenzione, senza offesa per i notai, Leonardo da Vinci nasce figlio, nipote e pronipote di notai che in genere come professionisti, faticano a rendere “creativo” il loro lavoro.

In Italia si parla molto di creatività. Sembra che, per qualche oscura ragione geografica e climatica, il nostro popolo di mediterranea stirpe sia portato ad essere eccezionalmente creativo. A me sembra un luogo comune. Creatività è anche innovazione e sinceramente non mi sembra che l’Italia sia un esempio di questa nel campo del sociale, nella produzione industriale, nelle relazioni. Facciamo leva sugli splendori del Rinascimento rivendicando una qualche affinità con quello spirito cinquecentesco, ma siamo un pochino troppo chiusi davanti all’innovazione. (altro…)

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